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Nato a Venezia il 10 gennaio del 1936, Rosin inizia la sua avventura umana e professionale all’interno del mondo del vetro di Murano nel 1948 quando la sua famiglia si trasferisce dal centro storico di Venezia alla vicina isola dove il padre Giovanni, “Nane Naso”, era impiegato in qualità di soffiatore nella lavorazione dei prodotti chimici presso la fornace Franchetti.
Dopo un lungo tirocinio, grazie al quale Rosin potrà apprendere tecniche e segreti dell’arte vetraria, dal 1961 la sua carriera in fornace ha un repentino avanzamento e proprio in quell’anno inizia a lavorare in qualità di servente presso la vetreria di Luigi Pinzan, specializzata nella creazione di soprammobili in vetro massiccio.

Seppur per solo tre settimane, alla metà degli anni Sessanta Rosin affianca il maestro Ermanno Nason, rimanendo colpito dalla sua bravura nella tecnica di lavorazione e modellazione;

La grande svolta nel suo percorso artistico avviene nel 1965 quando Rosin incontrò Egidio Costantini, che gli chiede di collaborare con la “Fucina degli Angeli” nella realizzazione in vetro delle opere disegnate o ideate dai più grandi artisti, nazionali e internazionali, d’arte contemporanea del momento: da Picasso a Chagall, da Ernst a Arp, da Kokoshka a Cocteau per passare agli italiani Fontana, Licata, Guidi e Guttuso.

Da allora fino al 1974 Loredano, grazie a questa ed altre importanti collaborazioni, diventa uno dei principali esecutori in vetro delle idee di grandi artisti e – contemporaneamente – riesce a maturare una personalissima ed autonoma visione artistica dell’opera finalmente libera dalla tradizione muranese in voga fino ad allora.

Alternato al cristallo, il calcedonio (creato con l’aggiunta di nitrato d’argento nella massa in fase di fusione al fine di creare nel vetro la fluidità delle striature di alcune pietre dure, in particolare l’agata zonata) di Rosin diventa ben presto la base sulla quale modellare a tutto tondo una serie di straordinarie opere caratterizzate da un modellato plastico, morbido e flessuoso, che suscitano da subito l’interesse del pubblico decretando, così, la sua ascesa ai vertici della produzione artistica muranese.

Loredano Rosin al lavoro in fornace
Loredano Rosin al lavoro in fornace

Privilegiando un approccio personale e autonomo alla produzione artistica, dalla cessata esperienza con la “Fucina degli Angeli” rifiuta ogni collaborazione con altri artisti facendo, nel tempo, rare e mirate eccezioni: nel 1983 realizza con Pippo Madé il Presepe incantato, opera prima esposta nella Cattedrale di Monreale a Palermo e, successivamente (1984), nella Basilica Superiore di San Francesco ad Assisi.

Il 1985 è l’anno in cui Loredano Rosin esce dagli ambiti nazionali per iniziare una serie di mostre internazionali di grande successo: dapprima negli Stati Uniti, riscuotendo immediatamente uno straordinario successo a Philadelphia con la prima esposizione personale di opere inedite presso la galleria Dorothy Lerner, cui seguono l’anno successivo un’altra personale presso la Adele Rosen Gallery di Santa Barbara in California e una a Londra presso la Knightsbridge Interiors.

Loredano Rosin al lavoro in fornace

Sull’onda dei consensi ottenuti, nel 1987 porta un’altra serie di sue sculture in Giappone, a Tokyo (Tokyo Mori) mentre l’anno seguente è di nuovo negli Stati Uniti per inaugurare, con il suo insegnamento, il primo corso di scultura in vetro massiccio alla Pilchuck Glass School di Seattle; al termine del corso, sempre a Seattle (Sutton-White Gallery) espone le sue opere realizzate nel corso delle lezioni;

Il 1989 è l’anno in cui Loredano Rosin viene scelto a rappresentare come conferenziere la produzione artistica muranese all’evento “International Glass” in concomitanza con il 19th Annual Symposium of Glass Art Society a Toronto in Canada, evento che vede anche una sua memorabile dimostrazione dal vivo; nello stesso anno porta le sue opere di scultura in Norvegia, alla mostra “Vetri di Murano: 1400-1989” presso la Kunstindustrimuseet di Oslo.

Di lui ci rimangono i capolavori della sua produzione, la testimonianza più luminosa di un maestro che aveva saputo far del vetro materiale vivo e plasmabile al servizio della sua creatività e genialità.

 

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